
Nicolas de Staël
**
Tutti dicono che sono cieco, ma non è vero. Questa storia va avanti da millenni. Vi garantisco che ero sotto le mura di Troia prima che le armi degli Achei e dei loro nemici brillassero al sole. I miei occhi hanno visto tutti quegli uomini, altrimenti come avrei fatto a descriverli come li ho descritti. Semmai la cecità era dentro il mio animo. Omero
Veni, vidi, vici. Se qualcuno ha mai pronunciato queste parole, quello non sono io. Sempre chiuso nella tenda ad ascoltare testimoni e ordini impartiti da altri. Quando l’esercito si spostava lo seguivo dentro una portantina con le tendine tirate, nella paura che mi vedessero in preda alle convulsioni. Ai miei luogotenenti e non a me va il merito di avere conquistato la Gallia. Giulio Cesare
Ammesso che esistano gli dèi stanno lassù e ignorano ciò che noi uomini facciamo quaggiù. La distanza tra noi e loro è immensa. Un aruspice mi ha detto che vediamo la luce di stelle già spente da miliardi di anni. È inutile che ci sforziamo di pensare il loro mondo semplicemente perché per loro il mondo non esiste. È una creazione nostra e siamo noi a dovercene fare carico. Quando si erige una statua in onore di un dio è una follia sperare in una sua benedizione, così come il fulmine che può incenerirla in un istante non è una maledizione. Lucrezio
L’aggressività non può essere contenuta in una brocca o in un bicchiere. In spazi così ridotti essa finisce per prorompere all’esterno togliendo lucidità ai combattenti. Il generale saggio sarà colui che tiene a bada un toro non aggrappandosi alle corna, ma lasciandogli un ampio spazio per pascolare. Massima attribuita a Sun Tzu (VI-V secolo a.C.)
È grazie alla sua penna che tornano alla luce i fatti della battaglia di Campaldino. Credo non abbiamo altre testimonianze su quell’evento se non la sua. L’ultima volta che guelfi e ghibellini si sono combattuti. L’Alighieri non aveva ancora ventiquattro anni e non aveva composto uno solo dei versi del poema, ma quel giorno faceva parte della schiera di armati che si preparava a reggere l’urto della cavalleria aretina. È solo un fante in mezzo alle urla e ai nitriti che una lancia nemica, se la sorte lo volesse, potrebbe ferire o addirittura uccidere. Popule mee, quid feci tibi? Provo a tradurla, allora, questa epistola. Ecco, più avanti scrive l’allegrezza grandissima… Leonardo Bruni, Cancelliere della Repubblica di Firenze
È necessario che cominci a prendere precauzioni contro me stesso. Ordinerò al mio servo che la sera prima di coricarsi venga a legarmi le mani e i piedi così che possa trascorrere una notte senza spaccare tutto. Temo però che così non mi sarà possibile difendermi dal mio sangue bollente che, come una belva, se ne sta acquattato nell’ombra vicino al mio letto pronto ad aggredirmi nel sonno. Carlo il Temerario
Trovo disgustoso il fatto che si voglia ridurre il mio libro a una faida tra castigliani e catalani, quando invece è chiarissimo che le vittime delle nostre azioni sono i nativi delle Americhe. Va bene, allora! Se non sono riuscito a convincervi con le parole vi mostrerò le mani, i piedi e gli altri resti dei corpi di quei disgraziati in modo che ve ne possiate fare un’idea. Ma sono certo che finiranno imbalsamati o sotto spirito in qualche museo. Bartolomé de Las Casas
Quanto scrissi l’altro giorno ha fatto molto male al mio vecchio servitore. Mentre accennavo agli Stoici che erano convinti non essere turpe cibarsi di un cadavere nel momento del bisogno egli mi si avvicinò e, con le lacrime agli occhi, disse che sarei stato di tutt’altra opinione se avessi visto le vie e le piazze di Parigi piene di corpi orrendamente mutilati la notte di San Bartolomeo. Dopo un lungo sospiro, gli risposi che la letteratura altro non è che una delle mille facce della menzogna. Montaigne
Amico mio fraterno, ho appena finito di leggere Nuova Atlantide. Perdonami la franchezza, ma non mi è piaciuto affatto. Fai un lungo elenco di cose assurde e inaudite che, se realmente fossero a nostra disposizione, salirei sulla prima nave e non mi rivedresti più. Tessi prima le lodi di un capofamiglia ebreo che a me sembra tutto fuorché retto, poi della castità che definisci “la vergine del mondo” e infine sostieni che il matrimonio non si deve celebrare senza il consenso dei genitori. Pensa che sono arrivato perfino a dubitare che sia stato tu l’autore di simili eresie. Per addolcire un po’ la pillola posso dire di avere apprezzato il consiglio che dai di bere spremute d’arancia come rimedio allo scorbuto che, come sappiamo, colpisce quasi tutti dopo una lunga permanenza in mare. Frammento di una lettera a Francis Bacon da parte di Robert Devereux, Conte di Essex
In camera da letto appeso di fianco all’armadio c’è sempre il mio vestito con lo strappo provocato dal coltello dell’assalitore e macchiato di sangue. Resterà lì finché abiterò in questa casa e quindi credo per il resto della mia vita. In me non c’è mai stato alcun desiderio di rivalsa o di qualsivoglia vendetta. Però quell’abito è l’emblema di un mondo che non fa passi avanti sulla strada del vivere civile. La scienza destinata a dominare le epoche future metterà ancora più a nudo i nostri vizi. Mai esisterà un microscopio tanto potente e sofisticato in grado di fare luce negli anfratti più bui dell’animo umano. Spinoza
Nelle sale di anatomia fa nu friddo ‘e pazze! A casa mia con la cera morbida faccio le budella proprio comm’a fusseno vere. mGaetano Zumbo
Una guerra va intrapresa non per cambiare i ministri di quel dato parlamento, ma per far sparire dalla società i ricchi oziosi che vivono allegramente sulle fatiche della povera gente che lavora. Spinoza scriveva che il sapiente si serve delle cose e ne può godere; io sono d’accordo con lui, ma voglio allargare la platea dei beneficiari. Desidero inoltre che il popolo comprenda una volta per tutte che le guerre e le rivoluzioni si fanno per il proprio beneficio e non per quello altrui. Carlo Pisacane
Ho in mente un mondo dove tutto deve essere fatto di vetro. Anche le armi, che pertanto dovranno essere impugnate da mani attente e delicate. Tutto l’opposto di quelle ruvide dei militari. Sono certo che alla lunga si stancheranno di maneggiarle e i pochi che hanno cervello muoveranno soltanto le pedine degli scacchi di vetro. Paul Scheerbart
Lazzaro fece ritorno ancora una volta tra i vivi, visto che la prima apparizione era stata eclatante. I piedi affondavano nella polvere di un pomeriggio assolato. Chiedeva informazioni ai passanti, ma quelli tiravano dritto senza guardarlo. Risalendo le scale della sotterranea si trovò sotto l’obelisco della piazza. Chiese al custode del cimitero a che ora chiudeva perché di là i ritardi non erano ammessi, ma quello gli voltò le spalle allontanandosi lentamente. Frammento anonimo risalente alla seconda metà del secolo XX
Coloro che ricoprono un grado nell’esercito, dai generali fino all’ultimo sergente, sono una massa di canaglie. Baudelaire dal canto suo disprezzava quello che definiva il canagliume letterario. Per tutti costoro dovrebbe esserci la forca. Louis-Ferdinand Céline
La sera del 22 aprile 1915 a Ypres il sole calava dietro l’orizzonte. Di lì a un mese quella cittadina belga sarebbe stata un guscio vuoto rischiarato dalla luna. Di lì a tre anni sarebbe assomigliata ai resti di un tempio scoperchiato da divinità incomprese in un mondo dove i morti sono più dei vivi. B. Henry Liddell Hart
«Qui giace don Francisco De Quevedo, cavaliere dell’Ordine di Santiago, Signore del Borgo di Sant’Antonio Abate». Ho ancora nelle orecchie la voce di Lorca mentre legge queste parole nella cripta che conserva le spoglie del poeta in un rovente pomeriggio di luglio. La guerra civile era scoppiata da poco. Lui era in preda a quella che lì per lì mi sembrava emozione, ma che in seguito compresi trattarsi di qualcosa di molto simile al terrore. Ricordo che un giorno interruppe all’improvviso il discorso che stavamo facendo e disse: “Sai che esiste una sola verità?” “Quale?” “La morte”. “Beh, è un fatto comune”, feci io. “No, è un fatto personale”. Pablo Neruda
Ubbidire ai superiori, lavorare duro, scrollarsi di dosso l’orrore della guerra. Questi sono i tre compiti che mi sono prefisso di portare a termine all’inizio dell’arruolamento. Ho assistito invece a disubbidienze reiterate verso i superiori, a decine di lavativi e di imboscati, all’orrore di cadaveri all’aria aperta come insetti sventrati. Ludvig Wittgenstein
Ho scritto Tecnica del colpo di Stato con l’unico scopo di mettere in cattiva luce Hitler e il nazismo. A Mussolini piacque, ma quando venne a sapere che il Führer si era infuriato diede ordine alla stampa di non occuparsene più, né in bene né in male. Lui che si era sempre vantato di non avere mai amato una donna, ma di averne sottomesse a centinaia in questo caso aveva mostrato la propria natura femminile. Curzio Malaparte
“Mi serve proprio una faccia come la tua”
“Ah sì? Perché?”
“Perché è un po’ da scemo. Ma solo se la riprendo di profilo”
“Allora riprendimi di fronte”
“Di fronte le facce sono tutte le stesse. Di profilo invece esprimono i loro tratti più peculiari”
“Allora lasciamo stare”
“Vieni in sala registrazioni domani, ma sul tardi perché la sera bevo troppo e la mattina fatico ad alzarmi”.
Un regista e un attore
Quando si costruisce un edificio dove prima ne sorgeva un altro bisogna avere cura di rimuovere le macerie e i calcinacci che ingombrano il terreno, in quanto una parte anche minima di questi potrebbe infiltrarsi negli ingranaggi dei macchinari edili facendoli inceppare. Il sia pur minimo ritardo, dati i tempi particolarmente ristretti con i quali vengono indetti gli appalti non può essere tollerato. Capo costruttore Baka durante il regno di Ramesse I (XIII secolo a.C.)
Il sonno profondo che elimina le scorie di una giornata qualsiasi non l’ho mai provato. Il mio è breve come un soffio di vento, galleggia in superficie come un tappo di sughero. È solo un esercizio negativo. Emil Cioran
Mi avvicinai e vidi che aveva un’ala aperta e l’altra raccolta sotto le zampette. Il corpo era inerte, ma la pupilla sembrava voler fare uno sforzo per aprirsi e così ebbi timore che fosse ancora vivo. Allora mi chinai su di lui per stringergli subito il collo fra le dita. Non potevo tollerare che soffrisse un istante di più. Non ricordo se lo feci, ma posai il fucile accanto al fagiano maschio. Dalle canne usciva ancora un impercettibile filo di fumo. Non ho mai più sparato. In memoria di un cacciatore
È Niobe che assiste impotente al massacro dei suoi figli, oppure Ercole che ha trafitto i mostri stinfalidi e sembra tendere un’ultima volta il suo arco? Nessuno potrà mai convincermi che sono soltanto le nervature di una pietra. Roger Caillois
Del mio soggiorno a Uppsala ricordo soprattutto il freddo. Per i miei amici che erano lì non era così tremendo, ma per me era insopportabile. Conservo alcune foto di quel periodo. In una sono a tavola e guardo l’interlocutore con aria stupita; in un’altra mi trovo nella biblioteca dell’Università con addosso una spessa vestaglia di lana a quadrettoni, che mettevo sopra la giacca e il cappotto e così infagottato trascorrevo giornate intere negli archivi. Da quelle ricerche nascerà la Storia della follia. Sono passati trent’anni. Ora non ho più capelli (non che prima ne avessi molti), i denti sono ingialliti, ho perso la metà del mio peso. Il freddo, quello è rimasto. E la vestaglia chissà che fine avrà fatto. Michel Foucault nel 1984
La canzone che presenterò a Sanremo parla di equilibri infranti, di un presente che non è più solo una minaccia ma è già distruttivamente operativo, della fatica di essere uomini. L’arca di Noè? La immagino come una barchetta che nonostante tutto è riuscita a prendere il largo. Sergio Endrigo
(+- ≤) : (%:18) + (&-4). L’arte di narrare si nasconde fra le pieghe degli algoritmi. C’è da chiedersi se il pubblico di oggi abbia ancora bisogno del fervore della narrazione o se bastino questioni di logica formale per costruire un discorso. Di certo fra alcuni millenni tutto sarà più chiaro. John Searle
Sono sempre stato convinto che qualsiasi forma d’arte abbia il compito di turbare, non quello di confortare o tanto meno di rasserenare. Se nei miei film sento il bisogno di mostrare le budella che escono da un ventre squarciato mi spiace per i deboli di stomaco. Aristide Massacesi (Joe D’Amato)
Quando giocavo dicevano che avevo il talento di mio padre. Ora che sono vecchio e che la vita l’ho passata quasi tutta senza di lui, penso che me ne faccio di quel talento e perché invece un raggio di sole non ha rischiarato il cielo così che il pilota potesse vedere la collina di Superga. Sandro Mazzola
Noncurante, ma non indifferente. Epitaffio sulla tomba di Man Ray
